Lo studio Foster + Partners ha voluto non solo creare un edificio simbolo, ma costruire uno spazio che leghi la storia degli Emirati e il tema dell’Expo. Salem Al Ameri, Commissario generale EXPO per il paese ha sottolineato, durante la presentazione del progetto, come le scelte fatte derivino da una precisa strategia: abbattere in ogni modo, quando è possibile, le emissioni di carbonio. L’edificio ha, infatti, raggiunto il LEED ‘Platinum’ attraverso una combinazione di principi passivi e tecniche attive, dalla cattura dell’acqua piovana sul roof garden, all’integrazione di celle fotovoltaiche. Committente The National Media Council, United Arab Emirates Progetto architettonico Norman Foster+Partners Progetto illuminotecnico DALD- David Atkinson Lighting Design Limited Il padiglione Emirati Arabi Uniti Ma anche il fatto che l’edificio sia stato progettato per essere riciclato e ricostruito negli Emirati Arabi Uniti dopo l’Expo e che la presentazione del progetto sia stata fatta con una conferenza stampa in diretta on-line che ha collegato Londra, Milano e Abu Dhabi, eliminando i voli, rientra in questa strategia globale per abbattere la produzione di carbonio ed in generale l’impatto umano sull’ambiente.
Il progetto architettonico per il padiglione degli Emirati Arabi Uniti si rifà alle antiche modalità di costruzione delle città del deserto e alla loro naturale efficienza energetica. L’illuminazione artificiale, curata da David Atkinson, ha contribuito all’esaltazione delle forme architettoniche e al raggiungimento del LEED Platinum, avendo utilizzato solamente apparecchi a LED. Il padiglione occupa una grande area lungo il principale asse di circolazione, il decumano. Da qui, i visitatori sono attratti verso uno spazio che assomiglia e vuole richiamare l’idea di un canyon, definito da due pareti ondulate di 12 metri di altezza. I camminamenti che attraversano il padiglione richiamano le strette vie ed i cortili delle antiche città del deserto, ma anche la loro reinterpretazione contemporanea già attuata da Foster+Partners nel masterplan sostenibile per Masdar City ad Abu Dhabi. Le pareti si estendono per tutta la lunghezza dell’area, 40 metri, in una serie di onde parallele, per evocare i crinali e la texture di dune sabbiose.
Per trasmettere l’identità del luogo, la texture delle pareti deriva da una scansione presa nel deserto. Nella costruzione si sono utilizzati materiali per rappresentare le diverse sfumature di sabbia degli Emirati. Lungo le pareti sono stati installati degli incassi Light Up Walk Professional orientabili. Il materiale utilizzato è stato enfatizzato dall’uso di particolari filtri che hanno scaldato molto l’originale temperatura colore di 2700 K, fino ad arrivare a circa 2300 K. Una rampa conduce dolcemente verso l’alto, dall’ingresso verso l’auditorium. Lungo la rampa sono stati utilizzati Laser Blade Inout che si mimetizzanno perfettamente e creano un richiamo formale con gli altri Laser Blade usati all’interno del padiglione. Il paesaggio intorno al padiglione e nelle aree di verde pubblico è stato progettato per evocare il terreno e la flora degli Emirati Arabi Uniti.
Per enfatizzare gli alberi sono stati utilizzati apparecchi iPro. L’auditorium è contenuto in un tamburo al centro del sito. Il tamburo è una parte spettacolare del progetto. È ricoperto con una particolare finitura metallica su cui durante il giorno si riflette il paesaggio circostante, ma è esso stesso fonte di riflessioni sulle pareti che richiamano le dune. Durante la notte, per ricreare questo effetto sono stati posizionati dei Linelauce ad applique, tutto attorno al margine superiore del tamburo. I Linealuce, posti ad 11 metri di altezza, con un effetto wallwasher, e senza effetto “scalopping” mimano la situazione che si ha durante il giorno con la luce naturale.
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