Questo cambio di tonalità nella fotografia, quest’assenza di colori caldi rispetto alle precedenti stagioni, si può spiegare da un lato per via di una generale e progressiva oscurità dei prodotti cinematografici e televisivi (di cui avevamo parlato
in questo articolo ), dall’altra per via del progressione narrativa (e cronologica) della serie.
Arrivati alla quarta stagione, i protagonisti di
Stranger Things non sono più dei bambini, e iniziano ad affrontare tematiche e problemi sempre più adulti, come i sentimenti amorosi di Will nei confronti dell’amico Mike, confermati recentemente dall’attore Noah Schnapp. I toni scuri, il buio, le ombre, vanno in una direzione di minore infantilità: con i protagonisti meno innocenti, i cattivi si fanno più spaventosi, gli ambienti meno accoglienti, i problemi più complicati. La luce e i colori sono quindi un termometro del tempo che passa, di Eleven, Mike, Will, Dustin, Max e Lucas che devono affrontare la vita da grandi, abbandonando il candore dell’infanzia e la giocosità presente nelle loro prime avventure.